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Upcycling e agro-cosmesi: la nuova frontiera della cosmetica sostenibile

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Cos’è l’upcycling?

L’upcycling è una pratica che consiste nel riutilizzo di materiali di scarto per creare nuovi oggetti di valore superiore rispetto a quello di partenza. Alla base di questo concetto ci sono due pilastri della filosofia green: lo “zero waste”, ovvero la necessità di abbattere il più possibile i prodotti di scarto derivanti da un processo industriale e parallelamente l’economia circolare, che si pone l’obiettivo di riutilizzare un prodotto che è arrivato alla fine del suo ciclo di vita.

 

Che differenza c’è tra upcycling e recycling?

Nel 1994 l’ingegnere meccanico tedesco Reiner Pilz in un’intervista per la rivista di architettura Salvo parla del riciclo dicendo: “Il riciclo io lo chiamo down-cycling. Quello che ci serve è l’up-cycling, grazie al quale ai vecchi prodotti viene dato un valore maggiore, e non minore”.

Appare chiaro che gli approcci del riciclaggio tradizionale e dell’upcycling sono differenti. Il primo, infatti, consiste nel processare un oggetto per ottenere un prodotto che ha le stesse funzionalità iniziali, ad esempio una bottiglia di vetro riciclato che torna ad essere una bottiglia di vetro. Molto spesso, però, il prodotto riciclato possiede caratteristiche inferiori rispetto al prodotto di partenza. Pensiamo ad esempio alla carta riciclata, che durante il processo di riciclo subisce un’alterazione delle sue fibre che ne determina una minore resistenza. Attraverso l’upcycling, invece, è possibile ottenere prodotti di qualità maggiore rispetto ai materiali di partenza.

 

Agro-cosmesi: come l’upcycling si applica al beauty

Un esempio virtuoso di upcycling è l’agro-cosmesi, un processo che consente di ottenere prodotti di bellezza a partire da ingredienti naturali e biologici derivanti da frutta e verdura, per creare cosmetici sostenibili e rispettosi dell’ambiente. In questo caso il processo migliorativo valorizza sottoprodotti della filiera agro-alimentare che altrimenti diverrebbero scarto e quindi rifiuti, trasformandoli in prodotti per la cura della pelle.

 

Qualche esempio?

Buccia, semi e ramoscelli della frutta

I processi industriali di produzione di succhi di frutta generano enormi quantità di scarti, ma si è visto che le parti non commestibili come la buccia e i ramoscelli, contengono maggiori quantità di bioattivi rispetto alle parti commestibili. Ad esempio le bucce di mela, uva e agrumi e i semi di avocado e mango possiedono fino al 15% di polifenoli in più rispetto alla polpa. O ancora, dalle scorze di limone è possibile ricavare la pectina, un valido agente texturizzante che in molti cosmetici aiuta ad ottenere consistenze piacevoli.

Frutta secca e verdura

L’industria della frutta secca è un’altra importante fonte di composti interessanti dal punto di vista dell’agro-cosmesi. Dai processi di frantumazione e spremitura dei gusci di nocciole, pistacchi, noci e mandorle è possibile ottenere degli oli naturali con un alto contenuto di acidi grassi che possono essere utilizzati come emollienti e lipidizzanti e anche residui secchi, come le farine, che possono fungere da addensanti. Anche le parti non commestibili delle verdure contengono interessanti fitonutrienti che possono valorizzare i prodotti cosmetici. Ad esempio dai semi di zucca si ricavano oli vergini di altissima qualità, mentre dalla lavorazione del pomodoro è possibile ottenere il licopene, un valido agente antiossidante.

 

Vantaggi e svantaggi dell’upcycling

Senza dubbio uno dei maggiori vantaggi di questo processo di economia circolare è quello di abbattere gli sprechi, riutilizzando materiali che altrimenti sarebbero dovuti essere gestiti come rifiuti, con conseguenti costi di trasporto, stoccaggio e smaltimento. Questo aspetto è di cruciale importanza, dal momento che rende l’upcycling più vantaggioso anche dal punto di vista energetico rispetto ai processi di riciclaggio, che comunque hanno dei costi legati alla lavorazione dei materiali. Oltre a questo bisogna anche considerare che anche il prodotto riciclato non ha un ciclo di vita infinito e prima o poi dovrà essere smaltito, mentre nei processi di upcycling, come l’agro-cosmesi si riescono a generare pochissimi rifiuti.

Ovviamente a fronte di enormi guadagni dal punto di vista energetico e ambientale ci sono anche dei costi e questi risiedono innanzitutto nella ricerca necessaria a comprendere come convertire materie di scarto in prodotti maggiormente valevoli. Oltre a questo, un altro aspetto da tenere in considerazione è senz’altro il fatto che il prodotto finale che si ottiene avendo acquisito un valore maggiore avrà un costo finale che dovrà tenere conto di tale miglioramento.

Noi di Maycos siamo convinti del fatto che l’upcycling applicato al mondo dei cosmetici ci offre una grande opportunità che non possiamo farci scappare: recuperare composti preziosi che la natura ci ha donato, senza sprecarli. L’agro-cosmesi è una sfida di economia circolare che può giovare non solo al benessere della nostra pelle, ma anche e soprattutto a quello del nostro Pianeta ed è su questo che noi di Maycos vogliamo impegnarci sempre di più con il nostro contributo in futuro.

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